La scrittura intenzionale, uno strumento magico che si rivela mano a mano che la si pratica. Questo in verità vale per tutti i talenti. Si scuotano dal torpore dell’attesa coloro che ritengono il talento una folgorazione che debba illuminarci nel corso di una vita spenta, o che debba comparire necessariamente nei primi anni dell’esistenza.
Certamente esistono i Mozart, i Picasso e via dicendo, ma, le parole del Comandante Simone Perotti, produttivo scrittore, nonché marinaio, come si autodefinisce, in tal senso mi ricordano che:
Esistono persone qualunque che non si rassegnano ad essere gente comune.
E aggiungo, esistono persone che non hanno avuto gli strumenti e la fiducia per continuare ad esprimersi e si accorgono, crescendo, di sentire sempre una sottile mancanza, che a volte si trasforma in tristezza e mancato compimento.
Molti di noi appartengono a questa parte di popolazione. Dunque?
Per iniziare dobbiamo renderci conto che ciò che ci appassiona va coltivato. È semplice, persino banale, eppure non scontato. Richiede attenzione.
Come potrà il seme interrato trovare la forza per cacciare fuori i germogli preziosi e succosi che vivono in lui in mancanza di acqua e sole?
Già, perché tutto vive in noi. In potenza, come diceva Aristotele.
A noi il compito di riservare attenzione e cura. In una parola: Amore.
Si ricorderanno in tanti, in proposito, della rosa del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.
Non era forse l’attenzione a rendere l’oggetto amato e la relazione con esso diversi da tutti gli altri al mondo?
“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
“Amare è donare tutto se stesso senza nulla chiedere amare è non dire mai… mi devi”.
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”.
“Diventi responsabile per sempre di ciò che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa”.
E qui veniamo al dunque. A due concetti e aspetti che mi danno di che riflettere da molti anni: l’attenzione e l’intenzione.
Questi, signori miei, sono capisaldi della qualità della vita. Scientificamente provato o atto di fiducia, poco cambia. Ciò che conta è sperimentare.
L’esperienza sul campo ora mi dice che è così e, da testona quale sono, nulla vale altrettanto. Non me ne vogliano i dubbiosi e gli studiosi. In fondo anche per loro vale lo stesso.
Tanto siamo parte del cosmo e collegati l’un con l’altro ad ogni respiro, altrettanto ci sentiamo individui potenzialmente liberi di creare e agire da soli, e dunque la nostra esperienza personale e intima è ciò che ci radica in una convinzione, e ci permette di procedere al passo successivo con la certezza di riuscire.
La convinzione non è un assunto da cristallizzare ma è terreno sul quale continuare la semina.
In tal senso, liberarsi dall’idea di aver perso il momento fatato, di essere troppo per…o troppo poco per…è un altro passo da compiere.
E così, uno scritto dopo l’altro, facendo tesoro delle molteplici risposte che giungono dall’ambiente esterno e interno, scopriamo che la scrittura intenzionale è uno strumento di lavoro e di crescita a tutti gli effetti.
È un atto creativo purissimo. Pare che qualcuno, nella notte dei tempi, abbia detto che: “In principio era il verbo”…Non entriamo qui in meandri teologici ma la parola è senza dubbio creazione assoluta.
Accolto questo, forse obietterete che non è semplice, vero rispondo, ribadisco ancora che: in parte è un atto di fiducia e in parte di esperienza.
Domandiamoci allora come riuscire a far nostro il potere della scrittura intenzionale.
- Scrivendo spesso, ancor meglio un po’ ogni giorno. Anche un post-it è sufficiente. Anche il retro di uno scontrino. Una nota, un appunto un’impressione. Ma, e questo è fondamentale: non a caso. Non per mero esercizio, ma per cogliere il momento.
Quindi: dai sfogo a quella frase che senti sorgere impellente, è un’ emozione da tradurre in parole.
Perché?
Perché facendolo verserai un po’ d’acqua sul terreno al di sotto del quale riposa il seme che contiene germogli creativi purissimi, pronti ad uscire, quando meno te lo aspetti. Anziché soffocare il talento lo nutrirai.
- Quell’acqua, ossia quell’attenzione e quella cura, sono ciò di cui il seme ha bisogno. Prima di pensare a quale maestoso albero diventerà.
- La costanza con la quale riverserai le tue cure è preziosa e sarà essa stessa a ricordarti del tuo impegno.
- Scrivi e con pazienza, cerca tra le parole l’essenza di ciò che vuoi dire e sei.
- Se esce un fiume di parole, fai dei cerchietti attorno a quelle ricorrenti.
- Osserva il tono, l’umore la propensione.
- Cosa dicono di te?
- Cosa stai dicendo al mondo che in realtà dici a te?
- Impara a conoscerti scrivendo.
- Scegli le parole che agiscono da catalizzatori della tua stessa attenzione.
Le parole sono atti di magia per noi, in primo luogo, mentre le trasferiamo dalla mente al foglio, al pc, e mentre le emettiamo con la voce rileggendole.
Si dice che scrivere a mano imprima ancor più le intenzioni ma oggi è più facile farlo al computer o sullo smartphone, allora piuttosto che non farlo scrivi ovunque. L’intenzione e l’attenzione faranno sempre la differenza e avranno la meglio sul resto.
Mentre attendi di farlo con calma, forse su un bel taccuino con un fondo rigido, non troppo ingombrante, sul quale poggiare la scrittura, fallo usando il blocco note dello smartphone
- Abbinare la scrittura elettronica a quella cartacea ha l’ovvio potere di rinforzarne l’effetto stimolando sensi differenti.
È bello infatti veder scorrere parole ordinate e pulite sul monitor così come è appagante prendere un appunto a matita, magari corredandolo di un disegnino… che ti faccia sorridere o versare una lacrima, ma che abbia, nell’insieme, il potere di fissare ancora meglio il concetto e farti ascoltare l’emozione.
Donati questa possibilità e ad un certo punto scoprirai che scrivere diventa l’atto di magia che non pensavi possibile realizzare: ciò che scriverai, prenderà forma e diverrà reale nella tua vita, nell’immediato.
Dunque usa l’intenzione e l’attenzione. Usale per te, per il tuo bene e nel rispetto degli altri.
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